Buongiorno e benvenuti a voi tutti.
Io sono Cino Wang Platania, mi occupo di ospitalità da qualche anno e nelle prossime ore il mio compito sarà quello di moderare ma soprattutto stimolare le discussioni.
Rubo 5 minuti di tempo ai miei stimati colleghi per accompagnarvi verso l’anima di questo convegno che va ben oltre a quanto scritto sul titolo.
Per raggiungere questo arduo obiettivo vi devo raccontare come inizia lo stadio embrionale di questo evento che poi, grazie ai presenti, si è trasformato in quello che andremo a vivere tra pochi minuti.
Ora vi racconto una storia.
Poco tempo fa ero a colloquio da un ristoratore dal quale mi recai per la fase preliminare di una eventuale consulenza.
Era tarda mattinata, la mise en place della sala era completata e ci sedemmo su uno dei tavoli del ristorante.
Iniziò a raccontarmi del tipo di organizzazione, del piano di marketing che, tra l’altro, prevedeva una buona fetta di risorse destinate al social networking ed, in generale, al web 2.0, del loro target, ecc…
Non vi è mai capitato di essere a colloquio con una persona e di trovarvi a disagio senza che voi abbiate la minima idea del motivo per cui siete in questa condizione?
Ecco, io stavo vivendo quella particolare condizione.
L’elaborazione delle informazioni che ogni giorno ci raggiunge, viene processata da 3 parti del nostro cervello: il cervello antico, intermedio e recente.
Quello antico è quello che si occupa della nostra sicurezza. Elabora TUTTE le informazioni che ci arrivano e ne seleziona pochissime che invia al cervello recente per la successiva elaborazione razionale.
La parte intermedia (fisicamente definita Amigdala) è quella parte del cervello che si occupa di esprimere le nostre emozioni. E’ quella parte che entra in gioco quando facciano un acquisto impulsivo.
Il cervello antico e quello intermedio non sono sotto il nostro diretto controllo e quando ricevono informazioni che teoricamente potrebbero risultare pericolose informano il cervello recente che è molto più lento nell’elaborazione.
Questo per dirvi che, dopo un buon quarto d’ora di disagio ho trovato il motivo del mio disagio: il centro tavola con i fiori finti!
Mi sono alzato con quella cosa orribile in mano e l’ho buttata nel cestino. La reazione del ristoratore non è oggetto di questo convegno ma sicuramente lo è la discrepanza, oggi sempre più evidente nella ristorazione, tra la continua ricerca del nuovo, del tecnologico, del futuribile e l’ancoraggio a certi processi di business vecchi e polverosi.
Come possiamo ricevere da una parte l’input di strumenti dinamici e dall’altra ricevere input non verbali (i fiori finti) che ci portano a classificare una realtà effettiva fatta di immobilismo autoalimentato da una eventuale rendita di posizione che al giorno d’oggi non è ne possibile ne auspicabile?
L’introduzione di una nuova leva di marketing, di un nuovo processo di business, di un nuovo canale di distribuzione deve necessariamente portare ad analizzare il piano di marketing, i processi di business ed i canali di vendita esistenti.
Le nuove strategie ed i nuovi strumenti per la ristorazione moderna sono importanti tanto quanto la situazione reale e contingente della struttura che andiamo a gestire o della quale siamo proprietari.
Quindi oggi si parlerà di nuovi strumenti e nuove strategie con la segreta speranza che questi spunti possano essere d’aiuto nella analisi delle attuali pratiche della ristorazione che devono essere pronte a ricevere le mirabolanti “invenzioni” di cui parleremo.
Cino Wang Platania
Dicembre 20, 2011
Buongiorno Cino, concordo perfettamente soprattutto con la nota relativa al fatto che spesso ci troviamo a parlare di strategie, action plans, skills e distribuzione, però poi la dicotomia sta nel fatto che manteniamo o non miglioriamo l’output..il servizio, il concreto… La comunicazione all’Old Brain è basata anche e sopratutto di esperienze ed azioni concrete..ecco, con il servizio , dovremmo essere in grado di comunicare positivamente L”Old Brain del cliente…
Alessandro
Dicembre 21, 2011
Alessandro, anche io ritengo che il “servizio”, nella accezione più ampia del termine, risponda alla metà della qualità nell’industria dell’ospitalità. Ora basta farlo capire a chi, l’industria dell’ospitalità, la possiede…